venerdì 31 ottobre 2008

MANIFESTAZIONE NAZIONALE - ROMA - 30 OTTOBRE 2008

Dopo le corse all'ultimo momento per poter trovare un posto in uno dei tanti autobus, ci sono riuscita, e sono andata a manifestare!!! Una marea di persone, mai vista così tanta gente tutta insieme... e tutti per difendere la scuola pubblica dalla distruzione!!!
Dicono che eravamo un milione... dati della questura... ma visto che anche la questura tende a "tagliare", figuriamoci quanti eravamo in realtà!!!

I sindacati toscani della scuola avevano annunciato che in 15.000 sarebbero arrivati a Roma per la giornata di mobilitazione in difesa della scuola pubblica contro i decreti Gelmini e Brunetta, avevano sbagliato a Roma sono arrivati in 25.000 con 236 pulman, un treno da Pisa, in auto autorganizzate e pieno carico, sui treni normali con posti prenotati da tempo. Lavoratori della suola, dell'università e della ricerca, giovani studenti, madri e padri che ben volentieri hanno accompagnato i figli minorenni le cui prenotazioni non venivano accettare. I pulman dei Toscani sono confluiti all'Anagnina, non arriveranno mai a Piazza del Popolo, e nei parcheggi è in corso un'altra manifestazione. Coloro che sono arrivati a Termini si sono divisi fra il corteo principale e un secondo corteo lungo via Nazionale resosi necessario perché il primo non poteva contenere tutti i partecipanti.
“La mobilitazione di oggi a Roma è l’ennesima dimostrazione di quanto il mondo della scuola non accetti il decreto Gelmini, che porta avanti tagli indiscriminati senza avere una vera idea di riforma del sistema scolastico. L’approvazione definitiva di ieri è stato un altro schiaffo alla scuola italiana e alla mobilitazione di studenti, docenti e genitori che hanno dimostrato di far parte di un movimento maturo che tiene all’istruzione e alla sua qualità, cose che Berlusconi e Tremonti intendono soprattutto tagliare”. >>




Io ho aderito al corteo degli universitari che si è diretto verso il Ministero della Pubblica Istruzione... non c'era spazio per tutti... e allora la trovata geniale: "circondiamolo"!!!
-->>Il ministero dell'Istruzione è assediato, la marea dei ragazzi si espande e gira tutto intorno a quel brutto palazzo anni Venti. Arrivano e lo circondano, una trovata ma anche una necessità, tutti davanti all'ingresso di viale Trastevere non ci si sta e allora "Circondiamo il ministero" cantano tutti in coro e dalle finestre dell'ospedale "Nuovo Regina Margherita", lì accanto, sono applausi. C'è ancora gente in piazza Venezia, piazza Esedra si è appena svuotata, non si svuotano le strade verso piazza del Popolo occupate da chi in piazza non ci arriverà perché non si cammina.
Alla Magliana improvvisano un corteo quelli che vengono da fuori e non riescono a raggiungere il centro, stessa sorte per a un centinaio di pullman fermi sul raccordo. A dare i numeri non sempre si fa bene ma i sindacati ci provano: un milione in piazza contro la riforma della scuola e le politiche del governo.
A Roma è andata così. All'indomani del via libera del Senato al dl Gelmini, e della protesta in piazza Navona interrotta da un'aggressione di estremisti di destra, lo sciopero generale della scuola indetto da Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda porta in piazza una marea umana fuori misura. Il percorso prestabilito ci mette poco a esplodere. la folla si divide in più rivoli, conquista strade non previste e più capienti. La mobilitazione è imponente e mette insieme le tante anime di questa protesta, sindacati e scuole, universitari e docenti, ricercatori, precari.
E tante donne. In piazza ce ne sono migliaia, sono i soggetti più colpiti da ciò che potrà accadere fra i banchi perché sono maestre e sono mamme e se dicono "i nostri ragazzi" parlano con la stessa preoccupazione dei figli loro e di quelli acquisiti. Sono tante e sono arrabbiate, sfilano con i palloncini dei sindacati o gli striscioni fatti in casa, gli slogan contro la riforma ("Scuole razziste non ne vogliamo / lo diciamo piano / e in italiano") e quelli che sanno di vita quotidiana, "Ma non era meglio se pagavo l'Ici?" o "Addio al tempo pieno", il santino della Gelmini sulla giacca, la foto del ministro e la scritta "Beata ignoranza", e quelle che si portano i figli piccoli col cartello "Bambino strumentalizzato". Ci stanno loro in testa al corteo, con i leader sindacali di settore e nazionali e quelli del centrosinistra, da Veltroni e Fioroni, Mussi, Bindi, Ferrero, Di Pietro.

La piazza, anzi le piazze però sono dei giovani e giovanissimi. Da ogni angolo è un flusso continuo che non si arresta, arrivano a drappelli dalla Stazione Termini o dalle uscite della metropolitana, ci sono gli striscioni con i nomi delle scuole, ballano con le note della Banda musicale della città di Falerna che spazia dallo zumpappero a Fratelli d'Italia, con Caparezza, Bob Marley e Assalti frontali e simili. Passano e la gente si affaccia alle finestre e batte le mani, una signora non ha di meglio allora sventola una giacca rossa. Le scuole riempiono la piazza, vengono anche da fuori, "Latina c'è. La Gelmini ce fa."





L'Esedra è stracolma, la testa della manifestazione è già entrata in piazza del Popolo quando il corteo della Sapienza sbuca da piazza Indipendenza. In testa il camion con musica e megafono, i fumogeni verdi e le grida, "Gelmini, adesso la protesta la capisci o anche oggi vai dal parrucchiere?". Inutile cercare di seguire il percorso stabilito, un troncone di almeno centomila persone si stacca e inforca via Cavour, arriva a Piazza Venezia, all'Altare della Patria. "Il 4 novembre qui si celebrerà l'ennesimo omaggio ai militari, ma invece di tagliare la scuola dovrebbero tagliare le cosiddette missioni di pace". Poi verso Trastevere, obiettivo il ministero. "La cultura vi fa paura / l'ignoranza è la vostra maggioranza". "C'è un intero paese che insorge" grida Epifani dall'altra parte, dal palco di piazza del Popolo, ed è un boato. Il leader della Cgil la definisce "una giornata memorabile non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del paese, per i nostri giovani". A loro dice "non vi pentirete di stare con noi, qui c'è la maggioranza del paese che non si rassegna". Invoca "un confronto con i sindacati, le famiglie e gli enti locali" il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, perché "un confronto con l'esecutivo non c'è mai stato". E il leader della Uil, Luigi Angeletti, insiste sulla necessità di "evitare qualsiasi strumentalizzazione".
Il traffico di Roma è impazzito ma i ragazzi l'avevano detto, "Se ci bloccano il futuro / noi blocchiamo la città". E così è stato. Sono passate le 14 e davanti al ministero dell'Istruzione c'è ancora un nutrito drappello di irriducibili. Qualcuno tira uova contro i poliziotti ma nessuno si scompone. Pacifici e agguerriti com'erano arrivati, si organizzano per andarsene. "Ora verso Ostiense e Piramide". Il camion riparte, il megafono si riaccende, riecco le parole d'ordine "No alle provocazioni fasciste. I loro manganelli sono solidi, ma la nostra Onda è liquida. E, come l'acqua, nessuno la può fermare".

(la Repubblica)



lunedì 27 ottobre 2008

DOVE CI PORTERA' QUESTA LEGGE???

Il consiglio di amministrazione dell’ateneo fiorentino, dopo aver redatto un documento che ribadisce le pesanti conseguenze dell’applicazione della legge 133, ha deliberato il rinvio dell'assunzione di 46 ricercatori e di 1 professore associato, già prevista per il prossimo primo novembre in base a programmazioni precedenti, "in considerazione della mancanza di un quadro finanziario di riferimento certo - recita la delibera - fino all'accertamento della copertura finanziaria".
Il senato accademico e il consiglio di amministrazione dell'ateneo fiorentino, riunitisi il 24 ottobre in seduta congiunta, hanno approvato all'unanimità la seguente mozione:
"In considerazione dello stato di agitazione in atto nell'ateneo, legato alla applicazione della legge 133 del 2008, che, insieme ad altri recenti provvedimenti, comporta effetti pesantissimi sul sistema universitario, ribadiamo le gravissime preoccupazioni già espresse nei documenti in precedenza approvati, anche in considerazione del fatto che i suddetti provvedimenti rischiano di vanificare le azioni di razionalizzazione finanziaria e organizzativa impostata, e su cui da tempo è stata sollecitata l'attenzione del Governo e del Ministero”.
“Sosteniamo le azioni e il dibattito responsabilmente avviati tra studenti e docenti, che garantiscono insieme lo spazio per la discussione e lo svolgimento delle attività didattiche e di ricerca;
esprimono la più netta contrarietà ai ventilati interventi delle forze di polizia, al momento assolutamente non giustificati; sottolineano la necessità di aprire un serio tavolo di confronto istituzionale per definire una riforma organica e condivisa dell'Università”.
Il documento sottolinea l'importanza dell'autorevole presa di posizione del Presidente della Repubblica a favore del dialogo fra istituzioni e forze sociali e ricorda che la forte riduzione del fondo di finanziamento ordinario e il drastico congelamento del turn over provocheranno il rapido impoverimento della didattica, della ricerca e dei servizi amministrativi.





http://www.unifi.it/mod-MDNotizie-master-action-view-bid-2015.html

domenica 26 ottobre 2008

VERGOGNA!!!

Mi ero promessa di non scrivere in qst blog di argomenti che riguardassero in qlc modo la politica... ma adesso basta... dopo una serie di discussioni e confronti con persone che non riescono a capire il punto di vista dei manifestanti mi sono veramente scocciata!!!
Siamo tutti al corrente delle manifestazioni e proteste delle università per non parlare delle scuole elementari, medie e superiori... bene... siamo tutti al corrente anche dei motivi che le hanno scatenate e non mi dilungo a rispiegarli...
Mi sembra opportuno citare le parole della grande Margherita Hack che ha tenuto una lezione in piazza della Signoria a Firenze davanti a duemila persone... Ovviamente è dalla parte degli studenti e docenti che protestano... e questo mi solleva... essere appoggiati anche da una mente illustre come lei non è da poco!!!
«Questa è un’occasione terribile per il nostro Paese. Siamo alla falsa democrazia, perchè la riforma è stata fatta con un decreto legge, che non è passato per il Parlamento e non è stato discusso con chi lavora a scuola o nell’università». La Hack spera che la mobilitazione di tanti giovani «apra gli occhi di chi ancora approva questo governo vergognoso, di arroganti e ignoranti».Perchè ha decretato «la morte della ricerca e dell’università» in un paese dove «i finanziamenti sono già la metà rispetto altri Paesi europei». «Saremo un bel popolo di ignoranti, diventeremo un Paese in via di sottosviluppo».
Non serve dire altro...
Anzi, un'ultima cosa riguardo le affermazioni del nostro "caro" Presidente del Consiglio... parole agghiaccianti riguardo l'intervento della polizia negli Atenei per "stanare" gli occupanti vergognosamente enunciate e ritrattate il giorno seguente... Questo è quello che dice il nostro caro premier a migliaia di studenti che stanno esprimendo la loro contrarietà verso una legge assurda e contestabilissima! COMPLIMENTI!
Ma non ci spaventa... anzi quello spaventato sembra proprio lui... arrivare a minacciare l'intervento delle forze dell'ordine... ridicolo... solo per far credere al suo elettorato della sua volontà di mantenere un qualche ordine che proprio il suo governo non sta permettendo che ci sia... ripeto: RIDICOLO!!! Rabbrividisco a sentire tali affermazioni... ma non è tutto... avete letto quanto ha detto Cossiga??? Si è lasciato andare a dichiarazioni davvero preoccupanti. Ha consigliato al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Interni un sistema per porre fine alle proteste degli studenti che manifestano contro la riforma Gelmini. Il metodo di Cossiga prevede anche un ampio consenso dell’opinione pubblica.
Il sistema è di facile attuazione: picchiare brutalmente tutti i manifestanti!!! Ovviamente dopo aver ottenuto il consenso popolare con metodi subdoli. GIUSTO no?!?

Vi riporto parte dell’intervista:

Cossiga: “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno.
(--->Si riferisce all'assassinio di “Giorgiana Masi?” La ragazza che nel 1977 manifestava in occasione dell’anniversario della vittoria del referendum sul divorzio e che fu uccisa da un proiettile vagante probabilmente sparato dalla polizia sul lungotevere a Roma, e su cui il ministro dell’Interno Francesco Cossiga nego’ in Parlamento che la Polizia avesse sparato, nonostante foto e testimonianze inequivocabili….<---)
In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…”

Giornalista: “Gli universitari, invece?”

Cossiga: “Lasciarli fare. Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città“.
(--->Quello che è ritratto nelle fotografie di quella manifestazione dove è rimasta uccisa Giorgiana Masi? Quello con la maglia a strisce?” [poliziotto armato infiltrato che fomentava i disordini e fu identificato con nome e cognome]<---)

Giornalista: “Dopo di che?”

Cossiga: “Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri”.

Giornalista: “Nel senso che…”

Cossiga: “Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano“.

Giornalista: “Anche i docenti?”

Cossiga: “Soprattutto i docenti”.

Giornalista: “Presidente, il suo è un paradosso, no?”

Cossiga: “Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!”

Giornalista: “E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? In Italia torna il fascismo, direbbero”.

Cossiga: “Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio”.

Giornalista: “Quale incendio?”

Cossiga: “Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese”.

Queste frasi sono agghiaccianti e si commentano da sole.
Cossiga parla di infiltrazione di agenti provocatori nel movimento studentesco per fargli commettere atti di pura violenza criminal-terroristica per poi poter accusare di tali misfatti gli studenti. Evidentemente lui è molto pratico di queste cose!
Se poi Berlusconi e Maroni volessero far proprie queste indicazioni, sappiano che non si tratta di un rigurgito di Fascismo, bensì di una “ricetta democratica”. A pensarci bene, infatti, in quale altro Paese veramente democratico non farebbero come ha proposto Cossiga!?
VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA e ripeto VERGOGNA